I* Serata della SIRP LAZIO, Roma 24 febbraio 2016
Architettura e salute mentale: due aree che sembrerebbero avere poco in comune. Da una parte l’architettura, con le sue figure geometriche, i calcoli numerici, strutture definite….dall’altra la salute mentale, che rimanda subito al suo opposto, la follia, dove emozioni e pulsioni circolano in spazi e campi aperti, confliggendo tra loro, creando fragilità e angosce.
Alla prima delle Serate SIRP Lazio 2016 c’è stato invece l’incontro tra le due discipline che, in un modo o nell’altro, hanno come centrale, tra le altre cose, il concetto di spazio.
Presentati dal Presidente SIRP Lazio Paolo Paolotti, che ha fortemente voluto queste conversazioni basate sulle contaminazioni, sull’osservarsi ognuno dal punto di vista del proprio sapere e delle proprie prassi, alla ricerca di un possibile legame comune che rimandi al benessere umano, Enrico Visani, psichiatra, e Luca Ribichini, architetto hanno discusso di cosa voglia dire oggi abitare lo spazio familiare. Partendo dalle dinamiche della famiglia secondo il modello circonflesso di Olsen e dai progetti abitativi che – dagli anni 70 in poi – hanno completamente cambiato assetto urbanistico e organizzazione dello spazio abitativo familiare, passando attraverso i vecchi “ingressi” ed i cortili delle palazzine- mediazione tra dentro e fuori, interno ed esterno, pubblico e privato-, ricordando i principi progettuali del Bauhaus e della “casa macchina” di Le Corbusier, fino alle “aberrazioni” architettoniche delle Vele di Secondigliano a Napoli ed il Serpentone di Corviale a Roma, entrambi progettati per creare spazi di scambio ed aggregazione e risoltisi poi in desolati antri di alienazione e marginalità, ricordando come ogni stanza abbia in una casa una sua funzione specifica (affettiva e pratica), di come anche il cambio di prospettiva nella visione degli spazi manicomiali abbia contribuito a rimettere in modo energie e comunicazione in una situazione fortemente istituzionalizzata, in uno scambio vivace, intenso ed a tratti provocatorio Visani , Ribichini ed i soci ed amici della SIRP Lazio presenti si sono trovati davanti numerosi spunti di riflessione ma hanno anche potuto ricordare le case natie, le esperienze nei quartieri in cui ognuno era vissuto ed i cambiamenti avvenuti ed in corso. L’arch. Ribichini ha poi indicato alcune priorità per la progettazione di case volte a stimolare benessere e salute, tra queste la luce ed il modo in cui entra nelle abitazioni, ed i colori che hanno un ruolo altrettanto importante.
La serata è sfociata alla fine in uno spazio aperto,dove la domanda, a cui si dovrà cercare di dare una risposta è se ognuno rielaborerà questi spunti nella propria pratica professionale e visione del modo, utilizzandoli appunto come “suggestioni” o se forse non sarebbe il caso- in quanto comunità scientifica – cercare di “strutturare” il tutto in qualcosa di più organizzato che possa poi eventualmente portare a confronti più ampi, di tipo politico e sociale.