Cari soci
la mia scelta per i film recovery-oriented cade sulla cosiddetta social comedy britannica, dalla versione più proletaria di Ken Loach (e penso in particolare a “Il mio amico Eric”) alle confezioni da Oscar, tipo “Il discorso del re”, passando per “Pride”, “Elliott”, “We want sex”, ecc.
Tutte storie dove ci si confronta con il rapporto tra discriminazione, stigma, fragilità, malattia, ruoli a cui dover corrispondere, imposizioni sociali da un lato e bisogni, esigenze, aspettative, desideri delle persone, dall’altro. E il messaggio è per fortuna ottimistico, laddove bisogna sempre e comunque assumersi responsabilità, esporsi, fare scelte, farsi generalmente il mazzo.
A presto
Luigi Basso